Gennaio 2017
28Gen5:30 pmLa natura della coscienzatra filosofia e neuroscienze

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La coscienza è una delle caratteristiche più familiari e più misteriose della nostra esistenza. La natura della coscienza è stata a lungo oggetto della sola speculazione filosofica mentre oggi è
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La coscienza è una delle caratteristiche più familiari e più misteriose della nostra esistenza. La natura della coscienza è stata a lungo oggetto della sola speculazione filosofica mentre oggi è entrata a pieno titolo nel campo di studio delle neuroscienze che si interrogano sulle basi neurali dell’esperienza cosciente e sulle condizioni che ne determinano la perdita.
Relatore: Marirosa Di Stefano
Laurea in Medicina e chirurgia. Specializzazione in Neurologia. Già Professore Associato di Neurofisiologia presso L’università di Pisa. Ha svolto attività di ricerca all’estero presso l’University of Western Australia e presso l’Université de Montreal con cui ha mantenuto una lunga collaborazione scientifica. I temi della sua attività scientifica – svolta nell’animale da esperimento e nell’uomo con lesioni cerebrali congenite o acquisite – hanno riguardato principalmente:
il ruolo delle connessioni callosali nell’interazione interemisferica
la plasticità cerebrale e i meccanismi di recupero di deficit visivi e/o motori
Attualmente svolge attività didattica per il Corso Interdipartimentale di Cultura e Metodo Scientifico dell’Università di Pisa e per la Scuola di Specializzazione in Etnopsicoterapia. Fa divulgazione scientifica in un’associazione di docenti universitari con sede in Pisa denominata Università Aperta: Conoscenza Bene Comune.
Lettura consigliata: John R. Searle Il mistero della coscienza Raffaello Cortina Editor
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Febbraio 2017

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La vaccinazione è una pratica introdotta in medicina da oltre 200 anni, allo scopo di ridurre la frequenza e la gravità di alcune malattie infettive. In parallelo con l’uso, inizialmente
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La vaccinazione è una pratica introdotta in medicina da oltre 200 anni, allo scopo di ridurre la frequenza e la gravità di alcune malattie infettive. In parallelo con l’uso, inizialmente del tutto empirico, di questa pratica, si è cominciato a capire qualcosa dei meccanismi che ci consentono di “ricordare” un vecchio incontro con agente infettivo, difendendoci in modo più rapido ed efficace ad ogni incontro successivo.
Le vaccinazioni si basano proprio sulla memoria immunologica e ci consentono di non sviluppare malattia, o di svilupparla in forma molto lieve, quando incontriamo l’agente infettivo per cui siamo vaccinati.
Negli anni i vaccini sono cambiati: oggi vengono raramente usati microorganismi vivi o interi inattivati e sempre più spesso si usano “frammenti” isolati dai germi o prodotti in laboratorio. Questi cambiamenti hanno reso i vaccini sempre più sicuri ed efficaci ed hanno consentito di allargare la pratica della vaccinazione anche ad altri ambiti, quali ad esempio la terapia delle malattie allergiche.
Relatrice: Paola Migliorini
- Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Pisa (1977)
- Specializzazione in Reumatologia, Università di Pisa (198o)
- Specializzazione in Immunologia Clinica e Allergologia, Università di Firenze (1984)
- Ricercatore presso la Hematology-Oncology Division, New England Medical Center Hospitals, Boston (1984-1988)R
- Ricercatore presso l’Istituto di Biochimica, Università di Losanna (1988-1990)
- Dal 1990 ricercatore, dal 2000 professore associato presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa
- Dal 2003 responsabile UO Immunoallergologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana
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Marzo 2017
04Mar5:33 pmFuturo vegetaleUna nuova visione delle piante

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(*) Avrà luogo presso la fondazione Ragghianti (complesso di S.Micheletto) in collaborazione con A.Di.P.A. La comunicazione, il comportamento, la soluzione dei problemi seguono nel mondo vegetale una via propria ed
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(*) Avrà luogo presso la fondazione Ragghianti (complesso di S.Micheletto) in collaborazione con A.Di.P.A.
La comunicazione, il comportamento, la soluzione dei problemi seguono nel mondo vegetale una via propria ed originale, risolutamente moderna. Le piante sono organismi costruiti in maniera differente dagli animali. Ciò che nell’animale è concentrato, nella pianta è distribuito. L’animale è costretto a mangiare, la pianta produce cibo. L’animale è un individuo, la pianta no. Dal modello vegetale arriveranno, in un futuro prossimo, soluzioni a numerosi nostri problemi anche di carattere tecnologico.
Stefano Mancuso è il fondatore della neurobiologia vegetale. Professore presso l’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV, www.linv.org), con sedi a Firenze, Kitakyushu, Bonn e Parigi. È membro fondatore della International Society for Plant Signaling & Behavior). È Fellow Professor in numerose università internazionali. È fondatore ed Editor in Chief dei giornali “Plant Signaling and Behavior” (USA) e “Advances in Horticultural Science”.
Nel 2010 è il primo scienziato italiano ad essere invitato come speaker in un TED GLOBAL. Il video della conferenza, tenuta ad Oxford è stato visualizzato 1 milione di volte sul sito TED (http://www.ted.com/talks/stefano_mancuso_the_roots_of_plant_intelligence.html)
Nel 2013 pubblica il pluripremiato best-seller “Verde brillante” edito dalla Giunti e tradotto finora in 19 lingue. Nel 2016 è il primo autore di lingua non tedesca a vincere il premio del Ministero della Scienza e Tecnologia austriaca “Wissenschaftbuck des Jahres” per il miglior saggio scientifico (http://www.wissenschaftsbuch.at/).
Nel 2014 fonda PNAT (www.pnat.net) una start-up dell’università di Firenze per la creazione di tecnologia ispirata dalle piante. Con PNAT produce Jellyfish Barge, una serra galleggiante, autonoma e completamente ecosostenibile, presentata ad Expò 2015, con la quale vince premi internazionali fra i quali: 1th Classified “International Award Innovative Ideas and Technologies on Agribusiness” UNIDO (United Nations Industrial Development Organization); UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) 2th Classified “Ideas for Change Award”; USA Department of Agriculture – 1th Classified “Feeding the Accelerator” the innovation program of the USA Pavilion at Milan EXPO 2015
Il New Yorker lo ha incluso tra i world changers
la Repubblica tra i 20 italiani ‘destinati a cambiarci la vita’. Ha al suo attivo numerosi volumi e più di 250 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.
Nel 2016 e 2017 è invitato dalla Presidente della Repubblica del Cile a partecipare al Congreso del futuro presso il Senato della Repubblica di Cile.
Divulgatore appassionato, ha pubblicato recentemente per la Giunti “Uomini che amano le piante” e “Biodiversi” (scritto con Carlo Petrini) partecipa a festival scientifici, incontri con le scuole, trasmissioni radio e televisive (Che tempo che fa, Geo & Geo, Superquark, ecc.).
Con i Deproducer ha ideato lo spettacolo teatrale/musicale “Botanica”
Riferimenti bibliografici
1) Verde Brillante di Stefano Mancuso e Alessandra Viola – Giunti
2) Uomini che amano le piante di Stefano Mancuso – Giunti
3) Plant revolution – Le piante hanno già scritto il nostro futuro di Stefano Mancuso (in uscita a fine marzo 2017) Giunti
4) La botanica del desiderio di Michael Pollan
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25Mar5:30 pmLa geologia del tetto del mondoUn viaggio nello spazio e nel tempo sull’Himalaya

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La catena Himalayana rappresenta il più classico esempio di catena montuosa prodotta dalla collisione tettonica, dovuta alla convergenza tra le placche indiana ed euro-asiatica circa 55 milioni di anni fa. In
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La catena Himalayana rappresenta il più classico esempio di catena montuosa prodotta dalla collisione tettonica, dovuta alla convergenza tra le placche indiana ed euro-asiatica circa 55 milioni di anni fa.
In questo eccezionale laboratorio naturale, che si estende per oltre 2400 km in lunghezza, si possono osservare spaccati della crosta terreste di oltre 8 km. Ma quali sono i processi tettonici che hanno permesso, per esempio, a rocce formatesi in un ambiente marino di trovarsi attualmente sulla cima del Monte Everest? Un viaggio geologico nello spazio e nel tempo sulla catena himalayana cercherà di fornire qualche risposta.
Chiara Montomoli è Professore associato presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa dove svolge la sua attività di ricerca ed insegna nel corso di laurea in Scienze Geologiche e nel corso magistrale Scienze e tecnologia geologiche.
La sua attività di ricerca è rivolta verso la geologia strutturale e la tettonica dei continenti, con particolare riguardo all’evoluzione di catene orogeniche moderne ed antiche. Le aree di studio spaziano dall’Himalaya, Tibet, Antartide, Cina meridionale, Spagna fino alla Sardegna e all’Appennino Settentrionale.
Dal 2000 lavora attivamente sulla catena himalayana nell’ambito di progetti Nazionali e Internazionali.
Lo scopo delle ricerche riguarda principalmente la comprensione della crescita e collasso degli orogeni con particolare attenzione alle fasi di risalita verso la superficie delle rocce metamorfiche attraverso un approccio multidisciplinare volto alla comprensione di come, quando e perchè si è giunti alla strutturazione attuale della catena.
Le ricerche, pur contemplando studi di dettaglio di aree chiave particolarmente significative, privilegiano, per quanto possibile, le implicazioni regionali nell’ambito dell’ evoluzione delle varie catene.
I principali risultati dell’attività scientifica sono stati presentati a congressi nazionali ed internazionali e sono stati oggetto di oltre 100 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.
E’ stata coordinatrice di numerosi progetti di ricerca e attualmente coordina l’unità di ricerca dell’Università degli Studi di Pisa nell’ambito del Progetto Nazionale finanziato del MIUR “The subduction and the exhumation of the continental litosphere: their effect on the structure and evolution of the orogen”.
Da anni si occupa attivamente dell’orientamento rivolto agli studenti delle scuole superiori ed è responsabile del progetto MIUR nazionale “Piano Lauree Scientifiche” per le Scienze Geologiche dell’Università di Pisa.
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Aprile 2017
22Apr5:30 pmLe migrazioni umane dentro e fuori dall’AfricaUna prospettiva genetica

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Abstract I resti fossili ci dicono che la nostra specie (Homo sapiens) si é evoluta in Africa a partire da 200,000 anni fa e che, ad un certo punto, si é
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I resti fossili ci dicono che la nostra specie (Homo sapiens) si é evoluta in Africa a partire da 200,000 anni fa e che, ad un certo punto, si é espansa fino a colonizzare tutte le terre emerse. Utilizzando il DNA delle popolazioni umane moderne é possibile ampliare la conoscenza ottenuta dai fossili, fino a datare le prime espansioni demografiche e scoprire le dimensioni e le rotte seguite da queste prime, grandi migrazioni. In questa presentazione verranno illustrati i concetti fondamentali alla base dello studio dell’evoluzione umana da un punto di vista genetico, e gli ultimi risultati ottenuti in collaborazione con l’Universitá di Cambrige e l’Estonian Biocentre.
Relatore: Luca Pagani, Ricercatore di Antropologia presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova
Un po’ di info sul cv:
1) Laurea in Biologia Molecolare, Scuola Normale Superiore di Pisa (2009);
2) Dottorato in Antropologia Biologica all’Universitá di Cambridge (2013);
3) Post-dottorato al Wellcome Trust Sanger Institute, UK, (2013-2014);
4) Post-dottorato all’Universitá di Cambridge (2014-2016);
5) Ricercatore Senior all’Estonian Biocentre, Tartu, Estonia
Interessi di ricerca:
Storia demografica delle popolazioni umane; Genomica di popolazione; Antropologia Molecolare;
Bibliografia:
- Articoli scientifici inerenti la presentazione:
http://www.cell.com/ajhg/ abstract/S0002-9297(12)00271-6
http://www.nature.com/nature/ journal/v517/n7534/abs/ nature13997.html
http://www.nature.com/nature/ journal/v538/n7624/abs/ nature19792.html
http://www.cell.com/ajhg/ abstract/S0002-9297(15)00156-1
- Altri articoli scientifici derivanti dai precedenti:
http://www.focus.it/cultura/ storia/la-strada-che-segui- luomo-per-uscire-dallafrica
https://oggiscienza.it/2012/ 06/26/geni-etiopi-e- evoluzione-umana/
http://www.lescienze.it/news/ 2014/12/04/news/variazioni_ genomiche_popolazioni_ africane-2397957/
http://www.lastampa.it/2016/ 11/18/scienza/tuttoscienze/ nei-geni-la-prova-che-la- prima-fuga-dallafrica-avvenne- gi-mila-anni-fa- 7NFm0pUx4WPINz5YumvaCK/pagina. html
- Bibliografia completa:
https://scholar.google.co.uk/ citations?hl=en&user= 2TYX99YAAAAJ
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Maggio 2017
20Mag5:30 pm“Disegnare” la luceLa fotonica con i nanomateriali

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Lo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate per manipolare la materia su dimensioni nanometriche (nanometro: 1 nm = miliardesimo
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Riferimenti video:
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Giugno 2017
10Giu5:30 pmLo spreco alimentare e il suo impatto ambientale e sociale

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Lo spreco alimentare è un fenomeno che si verifica lungo tutta la filiera agro-alimentare, dal campo alla nostra tavola. I dati quantitativi vengono ormai pubblicati annualmente da varie organizzazioni e
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Lo spreco alimentare è un fenomeno che si verifica lungo tutta la filiera agro-alimentare, dal campo alla nostra tavola. I dati quantitativi vengono ormai pubblicati annualmente da varie organizzazioni e risultano sconvolgenti; meno evidenti appaiono le cause del fenomeno e le sue ricadute sull’ambiente e sul benessere della popolazione umana. In particolare lo spreco alimentare grava pesantemente sulle risorse idriche, sul suolo, sulla qualità dell’aria e sul clima. Molta attività di ricerca, organizzativa e solidale viene svolta per favorire il recupero, almeno in parte, del cibo ancora commestibile che altrimenti sarebbe destinato alla discarica.
Mariarosaria Vergara: laureata in Scienze Biologiche all’Università di Napoli e ricercatrice universitaria della Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha svolto ricerca scientifica mirata ad un’agricoltura sostenibile, in particolare nel campo dell’interazione tra pianta, funghi patogeni e funghi antagonisti dei patogeni. Si è occupata a lungo di Risorse idriche e alimentari, sviluppando progetti ambientali per le scuole di vario grado. Attualmente docente di “Risorse Naturali: acqua, cibo, suolo, aria” per il corso di laurea in Scienze per la Pace, presso l’Università di Pisa.
Riferimenti Bibliografici:
http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/report_quanta_natura_sprechiamo_ottobre_2013.pdf
http://www.fao.org/docrep/018/i3342e/i3342e.pdf
http://www.lastminutemarket.it
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Agosto 2017
05Ago5:30 pmGLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI BADIA POZZEVERIVisita guidata

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In collaborazione con “La nuova Limonaia” – Pisa. Curatore e illustratore: Dr. Antonio Fornaciari, responsabile della campagna di scavi – Università di Pisa Fra l’anno 1000 e l’anno 1100 è documentata la
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In collaborazione con “La nuova Limonaia” – Pisa.
Curatore e illustratore:
Dr. Antonio Fornaciari, responsabile della campagna di scavi – Università di Pisa
Fra l’anno 1000 e l’anno 1100 è documentata la presenza di un monastero Camaldolese con annesso ospedale. Questo fatto sottolinea lo stretto rapporto tra l’istituzione monastica, situata in prossimità di Altopascio, e la viabilità “Francigena”. L’abbazia di Pozzeveri (Puctieuli, Puctievuli, Pozeuli) ebbe molte ricchezze dovuta alle rendite di terreni, la proprietà di 5 mulini, agli allevamenti di bestiame e allo sfruttamento del padule del lago di Sesto. Nel 1260 risulta una delle istituzioni religiose più ricche della Diocesi di Lucca. L’area dell’abbazia fu al centro di una vicenda storica quando nel settembre del 1325 Castruccio Castracani sconfisse l’esercito fiorentino di parte guelfa guidato da Ramondo Cardona, un capitano spagnolo al soldo del pontefice. Da allora, a causa delle guerre continue fra Lucca e Firenze, il monastero visse in uno stato di abbandono tanto che l’ultimo abate lasciò il convento di Badia nel 1408. Da allora divenne chiesa parrocchiale con ripetute ristrutturazioni fino al più recente abbandono dopo la costruzione, in altro luogo, della nuova chiesa parrocchiale.
Le indagini archeologiche, inaugurate nel 2011, hanno lo scopo di riportare alla luce i resti del monastero e di analizzare i reperti connessi all’uso cimiteriale dell’abbazia. Dallo scavo delle sepolture sarà possibile studiare e ricostruire la ritualità funeraria medievale ma anche acquisire un vasto campione di resti umani che permetterà di conoscere caratteristiche biologiche e malattie degli abitanti dell’area. L’analisi della cultura materiale dell’insediamento religioso collocato lungo la via Francigena getterà nuova luce su commerci, attività e società di un importante centro monastico dell’area lucchese.
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Settembre 2017

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Cosa accomuna un articolo comprato su Amazon, una ricerca su Google, o un post su Facebook? Apparentemente poco o niente, a parte il fatto di essere tutte azioni digitali compiute
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Cosa accomuna un articolo comprato su Amazon, una ricerca su Google, o un post su Facebook? Apparentemente poco o niente, a parte il fatto di essere tutte azioni digitali compiute online. Ma se per un attimo riflettiamo sul numero impressionante di transazioni, ricerche o post effettuati ogni minuto nel mondo, ci rendiamo conto di quante risorse si rendano necessarie per permettere a tali sistemi di funzionare.
Tale fenomeno, conosciuto col nome di Big Data, consiste non solo nella raccolta di grandi quantità di dati, spesso di tipo eterogeneo e non strutturato, ma soprattutto nella loro analisi successiva volta ad estrarre informazioni utili a supportare al meglio i processi decisionali della aziende.
Per capire a fondo il problema è necessario quindi un viaggio sulle origini dei Big Data, sui problemi tecnologici che ne derivano oltre che dare uno sguardo alle soluzioni commerciali proposte e agli importanti risvolti economici che comportano.
Relatori:
Ing. Fabio Del Vigna, ricercatore – IIT – CNR – Pisa
Fabio Del Vigna è uno studente di Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione presso l’Università di Pisa ed è associato con l’Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR di Pisa. Ha conseguito una laurea magistrale in Computer Engineering presso l’Università di Pisa. Nella sua attività di ricerca si occupa principalmente di social media analysis and mining e studia applicazioni di tecniche di anomaly detection sui social network, utilizzandole per fini di intelligence. Fabio ha partecipato ad alcuni progetti a livello nazionale ed europeo come #toscana15, Social Sensing, Cassandra e CRAIM.
Dr. Salvatore Trani, ricercatore – ISTI – CNR – Pisa
Salvatore Trani ha conseguito la laurea in Informatica presso l’Università di Pisa nel 2013. Intraprende successivamente un periodo di collaborazione con l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione (ISTI) “A. Faedo” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa. Collaborazione che prosegue anche durante i suoi studi presso la scuola di Dottorato di Informatica dell’Università di Pisa. Nel 2017 conclude il suo dottorato discutendo una tesi dal titolo “Improving Efficiency and Effectiveness of Document Understanding in Web Search”. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’ISTI-CNR. I suoi principali interessi di ricerca spaziano dall’Information Retrieval al Web Mining e al Machine Learning. È autore di diversi articoli su questi argomenti, pubblicati su riviste e conferenze internazionali. Ha partecipato inoltre alle attività di diversi progetti di ricerca europei e italiani.
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Ottobre 2017
21Ott5:30 pmLa mente delle macchine

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“Possono le macchine pensare?”. Con questa domanda, Alan Turing, logico e matematico inglese, probabilmente noto ai più grazie al recente film “The imitation game” e considerato da tutti il padre
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“Possono le macchine pensare?”. Con questa domanda, Alan Turing, logico e matematico inglese, probabilmente noto ai più grazie al recente film “The imitation game” e considerato da tutti il padre degli odierni computer, apre un suo famoso e controverso articolo, in cui delinea le fondamenta di quella
che oggi è nota come l’intelligenza artificiale. Mai come oggi siamo vicini a realizzare il sogno di Turing, con praticamente tutte le grande compagnie tecnologiche che investono significativamente nell’intelligenza artificiale e nelle sue applicazioni. E questo solleva entusiasmi, certezze, paure e perplessità. Di questo parleremo, cercando di scoprire quali siano i nuovi entusiasmanti orizzonti che taluni dicono si stanno aprendo e quali siano invece gli spaventosi pericoli che altri vedono prospettarsi.
Con frammenti dai film: 2001 Odissea nello spazio, A.I., Blade Runner, Ex machina, Io, robot, Lei
Relatore:
Pierluigi Crescenzi – Università degli Studi di Firenze
Pierluigi Crescenzi (http://piluc.dsi.unifi.it) è professore di Informatica all’Università di Firenze. Ha insegnato corsi di introduzione alla programmazione, di algoritmi e strutture dati, di compilatori, di
informatica teorica, di intelligenza artificiale, di architettura degli elaboratori, di sistemi operativi, di reti di calcolatori, di algoritmi distribuiti e di analisi dei grafi. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel campo della teoria degli algoritmi e delle sue applicazioni, è co-autore di 5 libri.
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Novembre 2017
18Nov5:30 pmMicrobiotaIn che misura i batteri sono essenziali al nostro benessere

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Questa Conferenza è dedicata ad un argomento che sta attirando un grande interesse scientifico ed industriale da alcuni anni. Il corpo umano ospita un numero molto alto di micro-organismi in
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Questa Conferenza è dedicata ad un argomento che sta attirando un grande interesse scientifico ed industriale da alcuni anni. Il corpo umano ospita un numero molto alto di micro-organismi in un rapporto di simbiosi, in cui l’uomo offre vitto ed alloggio in cambio di funzioni che le cellule umane non sarebbero in grado di espletare. Il rapporto è di mutuo supporto e scambio, positivo per la nostra salute, ma quando qualcosa va storto e prevalgono micro-organismi disfunzionanti o cattivi, la nostra flora si trasforma da protettiva in offensiva per la salute. E’ colpa dei batteri se ci ammaliamo o se ingrassiamo? Possiamo prevenire o guarire le nostre malattie coltivando i nostri batteri amici? Lo studio di queste trasformazioni e di come correggerle è molto complesso ed è solo all’inizio, ma sta aprendo nuovi orizzonti di possibile prevenzione e cura delle malattie, alcuni dei quali possono anche destare sorpresa e diffidenza, per esempio … il trapianto di feci … “ne parliamo insieme il 18 novembre 2017: dato l’argomento, meglio se prima di cena! Patricia Iozzo”
Relatrice:
Patricia Iozzo, Ricercatrice IFC-CNR – Pisa
Patricia Iozzo, medico specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio ed in Medicina Nucleare, con un Dottorato di Ricerca conseguito all’estero, lavora come Primo Ricercatore presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa. La sua ricerca è rivolta allo studio dell’obesità e del diabete di tipo 2 e delle complicanze ad essi associate. Ha lavorato all’estero per diversi anni, presso centri universitari negli Stati Uniti, nel Regno Unito ed in Finlandia, dove svolge ancora ruoli di Docenza e collaborazione scientifica. La dott.ssa Iozzo segue studenti di laurea e dottorato di ricerca in Italia ed in Finlandia, ha ricevuto riconoscimenti e finanziamenti alla ricerca da parte di enti nazionali ed internazionali, è revisore in numerose riviste scientifiche e valutatore di proposte progettuali per conto di enti finanziatori nazionali ed internazionali, inclusa la Commissione Europea.
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Dicembre 2017
16Dic5:30 pmScienza e FilosofiaTavola rotonda

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La visione del mondo e l’indagine circa i metodi della scienza offerti dalla filosofia sono spesso influenzati da nuove teorie e risultati scientifici e, allo stesso tempo, ne influenzano l’interpretazione:
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La visione del mondo e l’indagine circa i metodi della scienza offerti dalla filosofia sono spesso influenzati da nuove teorie e risultati scientifici e, allo stesso tempo, ne influenzano l’interpretazione: da Pitagora a Darwin, fino al tentativo di Carlo Rovelli di trovare nella filosofia un baluardo agli scenari che la scienza moderna spalanca.
Relatori:
Prof. Maria Turchetto, epistemologa – Università di Pisa
Prof. Enrico Castelli Gattinara, epistemologo – Università Roma-1
Prof. Franco Giorgi, Biologo – Università di Pisa
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