Gennaio 2018
20Gen5:30 pmL’aliena vespa velutina è tra noi e si mangia le api

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Il calabrone detto anche giallone o cinghialotto o bofonchio a seconda della zona di Italia ma che scientificamente risponde al nome di “Vespa crabro” è un grande predatore delle api
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Il calabrone detto anche giallone o cinghialotto o bofonchio a seconda della zona di Italia ma che scientificamente risponde al nome di “Vespa crabro” è un grande predatore delle api da miele. Nel tempo ha instaurato con la sua preda un equilibrio ecologico che permette la convivenza di queste due specie. Recentemente, però, una “nuova” vespa è arrivata in Italia si chiama “Vespa velutina”. E’ entrata in Italia attraversando il confine tra Francia e Liguria ma in Francia era arrivata anni prima dal sud-est asiatico. Questa vespa, definita quindi “aliena” si è rivelata essere un temibilissimo predatore delle api ed ha messo in ginocchio l’apicoltura francese. Affascinanti le sue strategie di caccia, le modalità di attacco e la sua biologia. Cosa possiamo fare per contenere questa nuova invasione o per limitare i danni all’apicoltura?
Relatore: Antonio Felicioli
Biologo, entomologo, ricercatore universitario e appassionato al mondo naturale, insegna chimica, biochimica, biologia molecolare e apicoltura presso il Dip. di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa.
Per approfondimenti visitare il sito: https://www.stopvelutina.it/
Ora
(Sabato) 5:30 pm
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Biblioteca civica Agorà
Piazza dei Servi
Febbraio 2018
17Feb5:30 amConversazione a tre voci sull’idea di tempo

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La natura del tempo è di difficile definizione e si potrebbe dire con sant’Agostino “io so che cosa é il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo“. Sull’idea
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La natura del tempo è di difficile definizione e si potrebbe dire con sant’Agostino “io so che cosa é il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo“. Sull’idea di tempo si discuterà all’Agorà della Scienza affrontando il tema da 3 diverse prospettive: quella della filosofia, che riflette su come il mistero del tempo si intersechi con il mistero dell’identità personale; quella della fisica moderna che da Einstein in poi lega indissolubilmente il tempo allo spazio; e infine dalla prospettiva neurobiologica che si interroga sui meccanismi neurali del tempo ‘soggettivo’ che governa la nostra vita quotidiana e la ciclicità di molte funzioni vitali.
Relatori:
Mariangela Priarolo – filosofa – Università di Pisa ——–> Presentazione PDF Mariangela Priarolo
Andrea Macchi – fisico – Università di Pisa ——–> Presentazione PDF Andrea Macchi
Marirosa Di Stefano – neurofisiologa – Università di Pisa ——–> Presentazione PDF Marirosa Di Stefano
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(Sabato) 5:30 am
Marzo 2018
17Mar5:00 pmI titanosauri della PatagoniaL’ultimo rifugio dei giganti

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Anche se resti di dinosauri sono largamente diffusi in tutti i continenti, l’Argentina in generale e la Patagonia in particolare, per la continuità dei ritrovamenti, che coprono l’intero arco di
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Anche se resti di dinosauri sono largamente diffusi in tutti i continenti, l’Argentina in generale e la Patagonia in particolare, per la continuità dei ritrovamenti, che coprono l’intero arco di vita di questo gruppo, dal Triassico superiore alla fine del Cretaceo, e per lo stato di conservazione di molti reperti possono essere considerate “Terre dinosauriane” per eccellenza. I titanosauri della grande radiazione dei sauropodi, i giganteschi erbivori che hanno sfidato le leggi della gravità con le loro straordinarie dimensioni, ne rappresentano l’ultimo atto e la Patagonia uno degli ultimi rifugi prima della grande estinzione di fine Cretaceo. A partire dal 2006 abbiamo condotto diverse campagne di esplorazione, nella Provincia di Rio Negro (Patagonia), che hanno portato alla scoperta, nei sedimenti del Cretaceo superiore, di un ricco giacimento fossilifero, contenente una elevata quantità di ossa appartenenti essenzialmente a titanosauri.
La storia dei dinosauri dell’Argentina, quella del rifugio patagonico ed i risultati della nostra esplorazione saranno i temi dell’incontro.
Relatore
Walter Landini è professore ordinario di Paleontologia presso l’Università di Pisa. Nel corso della sua carriera ha tenuto gli insegnamenti di Paleontologia, Paleontologia dei Vertebrati e Paleobiogeografia, corso quest’ultimo che detiene ancora nella Laurea Magistrale di Evoluzione e Conservazione. Dal 2004 al 2012 è stato direttore del Centro Interdipartimentale Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa. E’ autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali e di numerosi articoli di carattere divulgativo, di cataloghi museali, di filmati e CD didattici nell’ambito della Paleontologia dei vertebrati. Dal 1985 al 2002 ha svolto ricerche in Sudamerica (Ecuador, Cile) incentrate biogeografia del pacifico orientale, in relazione al sollevamento dell’istmo di Panama e sull’origine del popolamento delle Isole Galapagos. Nell’ambito delle ricerche inerenti le faune a dinosauri, come Responsabile scientifico, ha diretto spedizioni nel deserto del Gobi (2003) ed in Patagonia dal 2004 al 2014 che hanno portato alla scoperta di numerosi giacimenti fossiliferi, compresa la “valle dei titani” nella provincia di Rio Negro in Argentina, uno dei più significativi giacimenti a titanosauri fino ad ora noti, A partire dal 2014 a tutt’oggi ha partecipato a spedizioni nel deserto costiero del Peru (Provincia di Ica) allo scopo di definire l’antico popolamento a squali lungo le coste del Pacifico Orientale.
Riferimenti bibliografici
Sulle tracce dei dinosauri, esplorazioni di un mondo perduto
Autore: Martin Lockley, Anno: 2015, Casa editrice: Bollati Boringhieri
Dinosauri
Autori vari, Anno: 2013, Casa editrice: Idealibri
Enciclopedia dei dinosauri e della vita presistorica
Autori vari, Anno: 2008, Casa editrice: Idealibri
Ora
(Sabato) 5:00 pm
Luogo
Biblioteca civica Agorà
Piazza dei Servi
Aprile 2018
21Apr5:00 pmDai geni alla funzioneUna questione di Epigenetica

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L’epigenetica (dal greco epì = “sopra” e gennetikòs = “relativo all’eredità familiare”) studia tutte le modificazioni ereditabili che variano il funzionamento dei geni pur non alterando la sequenza del DNA.
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L’epigenetica (dal greco epì = “sopra” e gennetikòs = “relativo all’eredità familiare”) studia tutte le modificazioni ereditabili che variano il funzionamento dei geni pur non alterando la sequenza del DNA. Per “ereditabile” generalmente intendiamo qualcosa che passa inalterato di padre in figlio, attraverso generazioni. Invece l’ereditabilità della memoria epigenetica avviene (generalmente) tra cellule di uno stesso individuo. L’epigenetica è in realtà alla base dell’esitenza degli organismi multicellulari, cioè del mondo animale e vegetale. E’ infatti prerogativa di questi due regni essere composti da organismi con organi e tessuti diversi e specializzati che però si sviluppano da una singola cellula uovo fecondata e ne mantengono il DNA identico. La comprensione dei meccanismi epigenetici equivale a capire il meccanismo con cui il DNA codifica le sue funzioni. Nel mondo scientifico l’epigenetica è di moda perché proprio negli ultimi anni sono stati scoperti i principali meccanismi molecolari con cui la cellula decide quali dei suoi 25 mila geni far funzionare in un certo tessuto o organo. Il termine epigenetica è assurto recentemente ai fasti dei media perché solo da poco i non addetti ai lavori hanno percepito il suo ruolo centrale in problemi che ci stanno particolarmente a cuore, come la riprogrammazione delle cellule della pelle a cellule staminali, o la trasformazione cancerosa. Io direi semplicemente che l’epigenetica è alla base della biologia così come il DNA è alla base dell’eredità genetica e dell’evoluzione.
Relatore: Federico Cremisi – genetista – Scuola Normale Superiore – Pisa
Laureato in Scienze Biologiche all’università di Pisa nel 1986, ha conseguito il dottorato di ricerca in Biologia Evoluzionistica nel 1990. Dal 1992 è ricercatore presso la Scuola Normale di Pisa. Ha insegnato Biologia dello Sviluppo, Biologia Cellulare e Biotecnologie Cellulari all’università di Pisa; Biologia Molecolare della Cellula e Neurobiologia dello Sviluppo alla Normale di Pisa. Da due decenni studia i meccanismi di formazione delle cellule nervose. Esperto di piccoli RNA (microRNA), ha scoperto i meccanismi con cui alcuni di essi controllano la trasformazione delle cellule staminali embrionali in cellule nervose e la formazione di specifiche cellule nervose della retina. Recentemente ha sviluppato un protocollo sperimentale per riprodurre in vitro lo sviluppo embrionale di specifiche regioni cerebrali (progetto “brain in a dish”). Collabora con laboratori inglesi, francesi e tedeschi di biologia cellulare e neurobiologia dello sviluppo.
Ora
(Sabato) 5:00 pm
Luogo
Biblioteca civica Agorà
Piazza dei Servi
Maggio 2018
13Mag5:30 pmLe onde gravitazionali e i segreti dell’universo oscuro

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Le onde gravitazionali sono state rivelate per la prima volta il 14 settembre del 2015, cento anni dopo la previsione di Einstein. E appena due anni dopo, le osservazioni di
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Le onde gravitazionali sono state rivelate per la prima volta il 14 settembre del 2015, cento anni dopo la previsione di Einstein. E appena due anni dopo, le osservazioni di ʺLIGOʺ e ʺVirgoʺ hanno consentito di dare il via ad una vera rivoluzione nell’indagine dell’universo in cui viviamo.
Relatore: Giovanni Losurdo – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Pisa
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Ora
(Domenica) 5:30 pm
Giugno 2018

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La conferenza ripercorre le scoperte archeologiche e bioarcheologiche riguardanti l’area dell’antica abbazia di San Pietro di Pozzeveri (Altopascio – LU). Dal 2011 una equipe di archeologi e antropologi si dedica
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La conferenza ripercorre le scoperte archeologiche e bioarcheologiche riguardanti l’area dell’antica abbazia di San Pietro di Pozzeveri (Altopascio – LU). Dal 2011 una equipe di archeologi e antropologi si dedica nei mesi estivi allo scavo dell’importante sito che si colloca ai margini sud orientali della piana lucchese, lungo le rive di quello che è stato uno dei maggiori bacini lacustri della Toscana, l’antico Lago di Sesto. L’abbazia era inoltre posizionata strategicamente lungo la Via Francigena tra Porcari e Altopascio, e possedeva un ospedale per i pellegrini. La ricerca archeologica a Badia Pozzeveri presenta diversi caratteri originali: non si tratta infatti solo di ricostruire, come di consueto accade in archeologia, le tracce materiali delle varie fasi storiche di un sito, ma anche di acquisire un numero consistente di informazioni dallo studio dei resti scheletrici umani, che coprono un arco di tempo molto lungo, almeno dall’XI al XIX secolo. Conoscere Pozzeveri significa quindi fare un viaggio attraverso il tempo, dal Medioevo ad oggi, da un punto di vista piuttosto insolito: lo studio bioarcheologico dei resti materiali dei nostri antenati, che se opportunamente interrogati, ci possono trasmettere moltissime notizie su condizioni di vita, economia, alimentazione e malattie.
9 giugno 2018, ore 17:30
Auditorium della Biblioteca Civica Agorà
Piazza dei Servi – Lucca
Relatore: Antonio Fornaciari – archeologo – Università di Pisa e di Sassari
Antonio Fornaciari ha conseguito il dottorato di ricerca in Archeologia e Storia del Medioevo, Istituzioni e Archivi presso l’Università di Siena. E’ direttore scientifico del cantiere di scavo di Badia Pozzeveri (Altopascio – Lucca). I suoi principali campi di indagine riguardano l’archeologia funeraria, la paleopatologia, la storia della medicina e la storia della cultura materiale. E’ titolare dell’insegnamento di Archeologia Funeraria presso l’Università di Sassari. Collabora attivamente con la Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa. E’ autore di oltre cento pubblicazioni tra archeologia, paleopatologia e storia delle medicina.
Download Presentazione-Fornaciari-PDF
Ora
(Sabato) 1:02 pm
Luogo
Biblioteca civica Agorà
Piazza dei Servi
Settembre 2018
22Set5:30 pmComunicare la matematicaUna sfida sempre aperta

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Relatore: Roberto Natalini, matematico – Ist Applicazioni del Calcolo CNR Roma Roberto Natalini è il direttore dell’Istituto per l’Applicazione del Calcolo del CNR di Roma. Oltre al suo lavoro di ricerca
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Relatore: Roberto Natalini, matematico – Ist Applicazioni del Calcolo CNR Roma
Roberto Natalini è il direttore dell’Istituto per l’Applicazione del Calcolo del CNR di Roma. Oltre al suo lavoro di ricerca svolge un’intensa e appassionata attività di divulgazione della matematica coordinando il sito Maddmaths e curando la pubblicazione del fumetto di divulgazione scientifica Comics & Science prodotto dal CNR e presentato all’ultima edizione del Lucca Comics and Games.
Ora
(Sabato) 5:30 pm
Luogo
Biblioteca civica Agorà
Piazza dei Servi
Ottobre 2018
20Ott1:00 amCultura e metodo scientifico

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Relatore: Lucio Russo – fisico – Università Tor Vergata – Roma Lucio Russo è un fisico che ha insegnato a Roma, all’Università di Tor Vergata. Insieme alla ricerca sulla teoria
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Relatore: Lucio Russo – fisico – Università Tor Vergata – Roma
Lucio Russo è un fisico che ha insegnato a Roma, all’Università di Tor Vergata. Insieme alla ricerca sulla teoria della probabilità e i sistemi complessi, Lucio Russo si è occupato di storia della scienza e del metodo scientifico. A questi argomenti ha dedicato molti libri. Quello che ha suscitato un enorme interesse anche tra il grande pubblico, oltre che tra gli addetti ai lavori, è ‘La rivoluzione dimenticata’.
In questo libro Lucio Russo ricostruisce il pensiero scientifico dell’ età ellenistica che fu alla base del grande sviluppo economico e tecnologico di quel periodo. I successivi eventi storici portarono però alla perdita delle acquisizioni scientifiche dei greci, la cui ‘riscoperta’ è avvenuta in occidente solo durante il rinascimento.
Il tema di una corretta divulgazione della scienza e dei suoi metodi è molto caro a Lucio Russo che ne ha scritto tra l’altro in uno dei suoi libri più recenti ‘La bottega dello scienziato’.
L’ elenco completo delle sue opere è consultabile su Wikipedia.
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(Sabato) 1:00 am
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Biblioteca civica Agorà
Piazza dei Servi
Novembre 2018
17Nov5:30 pmPanorama terapeuticoDai principi attivi di origine naturale ai nuovi farmaci

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L’intervento si propone di fare un excursus sulla formazione del bagaglio terapeutico, a partire dalla origine dei farmaci dalle fonti naturali, alle modifiche e alla ideazione apportate dalla chimica, fino
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L’intervento si propone di fare un excursus sulla formazione del bagaglio terapeutico, a partire dalla origine dei farmaci dalle fonti naturali, alle modifiche e alla ideazione apportate dalla chimica, fino alle nuove frontiere delle terapie più innovative. La maggior parte delle categorie di agenti terapeutici sono fondate da principi attivi provenienti dai tre regni . Tali principi sono stati successivamente riprodotti in laboratorio come tali o modificati, ponendo le basi per la sintesi di ulteriori nuovi farmaci. I farmaci prodotti con metodi biotecnologici rappresentano l’ultima frontiera del bagaglio terapeutico a nostra disposizione.
Relatrice: Enrica Martinotti, Farmacologa – Università di Pisa
Enrica Martinotti, docente presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Pisa, ha svolto la sua attività di ricerca e di didattica su materie farmacologiche. Si è occupata di Farmacia, Farmacologia e di Scienza e tecnica delle piante medicinali. Inoltre, si è dedicata a sviluppi multidisciplinari di ricerca in settori quali la Fisiopatologia medica, la Farmacotossicologia, la Farmacognostica e le Biotecnologie Farmacologiche. È autrice di numerosissime pubblicazioni su riviste internazionali recensite.
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Dicembre 2018
16Dic5:30 pmEffetto placebo ed effetto nocebo

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Dare un placebo significa consegnare un involucro senza contenuto, ma la scatola vuota agisce sulla mente del paziente, proprio come farebbe un farmaco, attivando o inibendo sinapsi, alterando le quantità
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Dare un placebo significa consegnare un involucro senza contenuto, ma la scatola vuota agisce sulla mente del paziente, proprio come farebbe un farmaco, attivando o inibendo sinapsi, alterando le quantità di neurotrasmettitore in specifiche aree del cervello e modificando l’attività cerebrale in modi oggi facilmente accessibili all’indagine scientifica. I placebo non sono soltanto vecchie pillole di zucchero ma possono essere qualcosa con il potere di agire sulle aspettative del paziente. I placebo sono fatti di parole, simboli, rituali, significati, la cosa importante non è il mezzo usato ma i cambiamenti che induce nell’attività neurale e come questi cambiamenti si ripercuotono sulle funzioni psicologiche e corporee. I placebo modulano le stesse vie biochimiche sulle quali agiscono i farmaci della pratica medica routinaria. Ma questa considerazione dovrebbe essere capovolta. Infatti sarebbe più appropriato dire che i farmaci utilizzano le stesse vie biochimiche di parole, simboli, rituali e significati dato che questi sono molto più antichi dei farmaci.
Relatore: Fabrizio Benedetti, neurofisiologo – Università di Torino
Fabrizio Benedetti è professore di Fisiologia umana e Neurofisiologia all’Università di Torino e dirige il Centro ipossia di Plateau Rosà. Tra i massimi esperti mondiali dell’effetto placebo, ha pubblicato per Oxford University Press Placebo Effects (vincitore nel 2009 del Medical Book Award della British Medical Association, pubblicato in Italia con il titolo L’effetto placebo. Breve viaggio tra mente e corpo, Carocci, seconda edizione 2018) e The Patient’s Brain (Il cervello del paziente, Giovanni Fioriti Editore, 2016).
Ora
(Domenica) 5:30 pm
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Biblioteca civica Agorà
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